Gita al faro di Virginia Woolf

Gita al faro Recensione di Chiara Domeniconi

Gita al faro Recensione di Chiara Domeniconi. Sembrano le stesse pennellate del personaggio di Lily Briscoe la tecnica del flusso di coscienza che usa Virginia Woolf nel suo “Gita al faro”, tecnica di scrittura che usa e che sembra adattarsi al titolo di questo romanzo. “To the lighthouse”. Moto da luogo. Un movimento appunto, un flusso. Pennellate di pensiero libero totalmente, in apparenza, ma con una struttura di fondo ben definita e scelta, la struttura (usata anche nel cinema) ad H. Per mettere meglio in evidenza tre momenti fondamentali del racconto.
L’inizio, il primo blocco, la gita al faro rimandata per cattivo tempo, la prima guerra mondiale che cambierà non solo le persone ma anche lo sfondo in cui vivono le persone vere e i personaggi e, finalmente, la gita al faro compiuta. Un flusso che la scrittrice riesce a fare percepire e descrivere anche nella apparente staticità delle cose: il ragno in un buco, le pareti e i muri invecchiati, la polvere sui mobili. Mentre il tempo, inesorabilmente, passa. Un romanzo di coscienza e catarsi. L’autrice non sarà più la stessa dopo. Un romanzo dell’assenza e delle assenze.
La morte precoce della madre poi del fratello e della sorella e l’arte che forse salva dalla fine di tutto. La pittura con Lily, la scrittura con Virginia. Esistenze che non hanno senso slegate le une dalle altre, che si respirano l’un l’altra e si autoalimentano. Non esiste cosa che accada a qualcuno o sentimento che si provi che non influenzi la vita e le emozioni dell’altro. Forse questo, poi, porterà Virginia al suicidio come fine della sua vita e questo romanzo ne potrebbe essere un’amara anticipazione, un avvertimento. Ognuno dovrebbe avere una sua essenza intima e propria per non provare l’Assenza con la A maiuscola nell’accadere inevitabile e inesorabile delle cose e della vita.
Per reggere al lutto e ai lutti di cose e persone. Il “domino” delle storie e delle vite nelle storie e nelle vite di Virginia Woolf e in “Gita al faro” nonostante la luce del faro, porterà solo a una catarsi momentanea. La parte di donna che in lei muore con la morte della madre guarisce per poco fino a che altri eventi non la costringeranno a chiudere tutte quelle porte da dove entra troppa luce ma anche troppo buio.

 

Autore: Virginia Woolf
Categoria: Romanzo
Genere: Romanzo
Editore: Piemme
Codice:
Pubblicazione: 2018
 Pagine :

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Autore dell'articolo: Administrator

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