La Scrittura di Genere di Erica Brusco

Esiste uno stile di scrittura femminile che differisce da quello maschile?
Se prendiamo ad esempio un romanzo horror o di fantascienza, si nota se è stato scritto da un uomo piuttosto che da una donna?

Senza dubbio è evidente che le donne che le scrivono sono sempre di più, tanto che si sono guadagnate uno spazio importante nel mondo dell’editoria.
Fino al tardo Ottocento, le donne si occupavano prevalentemente della casa e della famiglia. Non si potevano esprimere pubblicamente e se lo facevano, usavano uno pseudonimo.
Successivamente l’emancipazione ha avuto un passo lento, inizialmente attraverso i diari, le lettere, per poi passare alle autobiografie. Il ruolo della donna come autrice è cambiato attraverso la sua evoluzione nella società.
Le grandi scrittrici del passato dovevano fare i conti con i propri doveri e la scrittura era considerata una sorta di “capriccio”. Ecco che allora davano voce alla loro condizione (Virgina Woolf ad esempio).

Possiamo allora parlare di una vera e propria “scrittura femminile”?
La domanda è ostica. Per quello che mi riguarda personalmente, mi riesce più naturale parlare di protagoniste donne, rispecchiarmi in loro e pensare come loro. Eppure in “Dimmi chi sono”, il mio ultimo libro, le angosce sono quelle di un adolescente, Nicholas.

Non si può negare che esista un tipo di narrazione che predilige le emozioni e quindi più vicino al punto di vista femminile e che gli uomini abbiano un approccio diverso con la parole.
Tuttavia, il fatto di essere donna non deve precludere altri generi che non siano “romance”, magari anche generi considerati più maschili, come i thriller o gli horror.
Io stessa mi sono cimentata in questi generi e per me è stata una piacevole sfida.
Forse perché vivendo già al femminile. Qualche volta ho voglia di parlare d’altro.
La scrittura è una sola, un mondo creato da entrambi i sessi, che spesso aiuta a sfogarci, viaggiare, tirare fuori ciò che abbiamo dentro. Insomma, è un mondo quasi “magico”.

Allora perché non abbandoniamo i cliché e proviamo a creare e a metterci in gioco persino con l’impossibile?

Erica Brusco

Autore dell'articolo: Administrator

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