Serra delle volpi di Franco Arbore

Serra delle volpi di Franco Arbore. In questo suo racconto autobiografico, attraverso un’esposizione quanto mai semplice e lineare dal punto di vista espressivo, Franco Arbore racconta le sue reali esperienze di ragazzino di appena sette anni che, da solo e a bordo di autobus di linea (ben tre), nella calda estate del 1955 si reca da Corato a Rocchetta S. Antonio, un paesino del sub-Appennino Dauno dove vive “Filomena”, l’energica ed infaticabile nonna materna, sempre con il suo “fazzolettone” in testa e, seppur “piccola e minuta”, ancora dedita alla non sua più giovane età al lavoro quotidiano nella sua “vigna”, in contrada “Serra delle Volpi” (di qui il titolo del romanzo), circondata da campi di grano ormai maturo, di granturco e di girasoli, e qui vi trascorre l’intera estate.
Sull’autobus i primi incontri: una decina di donne, e fra loro Rosetta, che si recano a mietere il grano, con in testa un “grosso fazzoletto, doppie calze di lana e scarponi chiodati”; “tutta gente allegra e spensierata, contenta di andarsi a guadagnare il pane”.
Arrivato al paese Franco, “lu figl’ r Gina”(il figlio di Gina), ritrova oltre a nonna Filomena (vedova da cinque anni), che svelerà poi al nipote i tanti piccoli segreti del mondo agricolo, le zie Paola (maestra) e Lina (casalinga), soggette alle ferree regole della mamma, perché donna dal carattere “fermo ed autoritario”, gli zii Armando (“dai modi bruschi e severi”) e Ferdinando (giovane studente universitario), ma anche il suo amico di sempre, Giovannino, “sempre sorridente e con la battuta pronta”, che gli farà “conoscere angoli reconditi del paese”.
Ma il primo ad accoglierlo è l’unico barbiere del paese, mastro Paolo, con il quale instaura un immediato rapporto di amicizia e di cui descrive

dettagliatamente il salone, frequentato anche di domenica da gente avvezza “a voce alta” a parlare di politica, di terra ai contadini, del P.C.I. e della D.C., degli Americani e dell’Unione Sovietica” e abile a suonare la fisarmonica e a “canticchiare ritornelli tratti dalla sua fantasia”.

“C’è il sole dietro le nuvole?”