Gli idoli sbagliati di Alberto Barina

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Gli idoli sbagliati di Alberto Barina. Sapientemente introdotta dal giovane filosofo ed artista Mario Saccomanno, la silloge di poesie si articola in due sezioni. La prima presenta, quasi per la prima volta nello stile dell’autore, per lo più testi brevi, condensati, evocativi che si susseguono come piccoli quadri esposti in una galleria d’arte. Poesie che si sostanziano di immagini cariche di citazioni, figure retoriche, enigmatiche e talvolta surreali. Si potrebbe dire che il poeta dipinge con le parole. I testi prendono spunto quasi esclusivamente dalla visione “semplice” di luoghi, paesaggi, oggetti, fiori, animali, trascolorare delle stagioni, tutti rielaborati attraverso un linguaggio raffinato, ricercato e certamente originale ed inconsueto. Sono poesie scandite dal trascorrere del tempo e dal gusto della contemplazione, dell’osservazione, della solitudine.
Tra le altre: “Breve anatomia per poeti” che rimanda al gusto della letteratura scapigliata con annessa citazione, “Rosa d’ottobre” in perfetto stile crepuscolare e decadente e la piccola favola dello “Spaventapasseri”.
La seconda sezione: “Epitaffi”, in un potente ribaltamento del registro linguistico (e per nulla celebrativo come occorrerebbe invece agli epitaffi veri), tendente alla poesia civile o di denuncia, dallo stile prettamente narrativo ed iper-contemporaneo, consta di quattro componimenti (vere e proprie “lastre di marmo”), che da soli racchiudono, anzi scoperchiano, buona parte dei mali, dei dissidi di cui è carnefice e vittima l’uomo di oggi: la totale assenza di cultura, la difficile accettazione dell’altro, il ritorno ad una certa barbarie fatta di atti di violenza gratuita e sopraffazione del più debole e non ultimo quello della condizione di essere viventi in “assenza di gravità”, catapultati a vivere dentro una bolla digitale che ci prosciuga corpo ed anima.
Barina non ipotizza soluzioni, semmai certifica e documenta. “Epitaffio contemporaneo per esseri umani” è una autentica pagina di sociologia moderna. Con una verve smaccatamente ironica, da sempre riconducible alla scrittura dell’autore, ci sbatte in faccia, anzi sul foglio, un lungo, dettagliato, minuzioso elenco “di semi” che generano questo “mal de vivre” odierno, e che conducono poi al totale annientamento e all’indifferenza (male ben più grave), verso le cose, le persone e le nostre stesse emozioni che non siamo più in grado di riconoscere.
Dunque, ecco la Monna Lisa che appare su un tablet, Beethoven ascoltato su Spotify, Gutembergh (visto il clima ha fatto il lifting al cognome ed ha aggiunto un paio di…caratteri mobili), che tenta il suicidio dopo aver scoperto di essere stato sostituito dall’audiolibro, il tizio che insulta sui social preda del suo narcisismo, e così via.
È possibile sicuramente certificare che l’uomo stesso autoimmolandosi, autocelebrandosi (ignorando cultura, poesia e bellezza), pensa di essere dalla parte del giusto, dalla parte della giusta visione e considerazione delle cose ma, sarà proprio lui invece ad apparire e ad essere il primo idolo sbagliato in assoluto, quello che si estinguerà, per dirlo con i versi del poeta, “in altre caverne”.

Autore: Alberto Barina
Categoria: Poesia
Genere: Poesia
Editore: Placebook
Codice:
Pubblicazione: 2020
 Pagine : 66

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Autore dell'articolo: Administrator

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