Pristine. Il futuro intatto di Terrence Lo Verde

Pristine. Il futuro intatto di Terrence Lo Verde

Ian è un ragazzo di provincia e osserva il mondo con rancore dalla finestra di casa. Ha perso molte cose negli ultimi anni, tra cui quella che incontra la notte nei suoi sogni e con la quale vuole disperatamente ricongiungersi: la sua amata Sofia.
Incubi, rimpianti e sensi di colpa lo ancorano a una vita di tristezza, finché non verrà involontariamente tirato fuori dalla sua monotona esistenza nichilista attraverso la “tana del coniglio” che collega il mondo onirico a un futuro post-apocalittico. Qui potrà vivere una seconda vita alternativa apparentemente perfetta ma macchiata da angoli bui su cui indagare.
Varcata la soglia dello spaziotempo scoprirà la realtà sulla vita di plastica che ha vissuto fino ad allora, riaprendo gli occhi in un mondo diverso: un futuro che non comprende in un corpo che non riconosce, circondato da estranei. Solo una persona familiare viene ritrovata: la sua dolce metà…che però non si chiama Sofia.

“Pristine. Il futuro intatto” è il primo libro scritto e pubblicato da Terrence Lo Verde, ascrivibile al genere sci-fi. Come si evince fin dal titolo, nucleo fondamentale attorno a cui verte “Pristine” è il futuro. Ci troviamo intorno agli anni 2200, gli esseri umani e la scienza hanno già provato a sopravvivere grazie all’ausilio degli androidi – diffusissimi nel mondo a partire dal 2040 – ma ormai superati, perché hanno già avuto modo di mostrare tutti i loro limiti, specie quando utilizzati in sostituzione di partner umani. Gli androidi però non sono bastati a migliorare la vita dell’uomo, e anzi hanno anticipato i cosiddetti “anni della fine del mondo”, il “ragnarök”.

Risvegliandosi in un letto che accompagna i movimenti di Ian, ciò che gli viene raccontato ha dell’incredibile. Ian scopre infatti di far parte di un grande progetto sperimentale; mentre incredulo non riesce a spiegarsi come sia possibile che la dottoressa che si trova davanti abbia lo stesso identico aspetto di Sofia, la donna che ha amato per tutta la vita e di cui soffre la scomparsa, Ian dovrà rendersi conto che tutto ciò che conosce non è altro che l’abile macchinazione di un computer.

«Articolo 3. A ogni individuo in stasi sarà garantita la simulazione di una esistenza serena e variegata, ambientata in un’epoca temporale distante in ogni caso dagli ani e dagli eventi successivi all’epoca denominata “Era dell’irreversibilità”».
Lo Verde T., Pristine. Il futuro intatto, agosto 2022, p. 50

All’esterno di quella stanza in cui Ian scopre di aver trascorso tutta la sua esistenza, infatti, il mondo è completamente diverso da quello che lui ha conosciuto. Il mondo di cui ha avuto prova nella simulazione della sua vita in realtà non esiste più e non è altro che un ricordo lontano. La temperatura media è aumentata di ben nove gradi, i tropici sono diventati inabitabili e pare che nessuna porzione del vecchio mondo possa risultare compatibile con la vita umana. Territori come il Giappone, il Pakistan, l’India sono del tutto disabitati, o peggio ancora sommersi; enormi città come New York sono state isolate a causa delle inondazioni che hanno colpito quasi tutte le popolazioni americane. Così il mondo degli esseri umani, che ormai conta non più di 715 mila persone, ha dovuto riorganizzarsi completamente grazie a quattro grandi insediamenti sotterranei sorti dalle ceneri della Russia, del Canada, della Siberia e infine della Jacuzia, luoghi in cui lo sfruttamento della natura e delle sue risorse è ridotto a zero, e il sostentamento si fonda sull’impiego di enormi serre sotterranee, carne prodotta in laboratorio e ogni rifiuto organico è debitamente compostato. Insomma, un mondo in cui si è raggiunta la cosiddetta “politica dei rifiuti Zero”, ma in cui ormai ogni forma di esistenza veramente libera si è estinta. Persino le nascite sono regolate, sia per non mettere al mondo individui che vadano a intaccare il nuovo equilibrio – sia per l’incapacità di questi nuovi esseri umani di generare. Esseri umani che ormai non hanno più neanche la necessità di trovarsi un lavoro, perché la maggioranza dei lavori sono svolti in maniera impeccabile dalle macchine, con un margine di errore pari a zero.

All’interno di questo scenario apocalittico, seppure la trama del racconto porti verso una risoluzione quanto meno positiva (rispetto allo scenario verso cui realmente andiamo incontro), Terrence Lo Verde dà vita a un personaggio emblema del nostro tempo: un uomo che vive per il proprio lavoro di cui ormai non ha alcun interesse, un uomo solo, abbandonato alla propria malattia lontano da affetti disinteressati. Un uomo che, purtroppo, come spesso accade, si tormenta sul tempo quando ormai non ce n’è più. L’esordio di Terrence Lo Verde tiene incollato il lettore dalla prima all’ultima pagina e fa quello che tutti i libri dovrebbero fare: conduce il lettore verso la consapevolezza del pericolo a cui va incontro senza mai suggerirglielo.

Autore : Terrence Lo Verde
Categoria : Narrativa
Genere : SCI-FI
Editore :
Codice :
Pubblicazione
 Pagine 205

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